Il tempo degli innamorati! (III dom. Tempo Ordinario, Mc 1,14-20)

Per gli antichi (ma è una percezione che abbiamo tutti) esistono due significati nella parola “tempo” (e alcune lingue, come il greco, esprimono i due significati con due parole diverse). Uno è il tempo cronologico (chronos), quello che vediamo passare inesorabile sulle lancette o sui timer dei nostri orologi, un tempo inesorabile, che ci mette l’ansia quando siamo in ritardo con i nostri appuntamenti e ci procura una strana inquietudine in certe giornate in cui ne percepiamo il rapido trascorrere; chi non ha provato questa strana sensazione il giorno del proprio compleanno? Chi non ha esclamato dentro se stesso: «com’è volato il tempo!».

Ma c’è anche un altro tempo (kairòs), un tempo esistenziale, interiore, che sembra seguire altre regole: è il tempo degli innamorati e degli amici, il tempo dello sguardo di una madre al suo bambino, il tempo della preghiera, il tempo di chi sa di avere pochi giorni da vivere e li gusta tutti. E’ il tempo di alcuni anziani che, gioiosi come sono, sembra che debbano vivere ancora altri cento anni; mentre certi giovani, presi dal ritmo del chronos, a vent’anni dicono di non avere più tempo. Questo tempo “diverso” non scorre sulle lancette degli orologi e dei cronometri, ma dentro i battiti del cuore. Ed è anche il tempo dentro cui si manifesta l’azione di Dio. A questo tempo fa riferimento Gesù quando, all’inizio del vangelo di Marco,  dice: «Il tempo (kairòs) è compiuto!». Gesù annuncia il tempo nuovo della storia in cui l’incontro con Lui determina un altro modo di leggere gli avvenimenti della vita,  alleggerisce il peso del tempo frettoloso che divora i giorni e fa entrare nella dimensione di un altro tempo, quello di Dio, l’eternità.

Quando si percepisce questo tempo allora può scattare la chiamata di Dio e si può dare una risposta pronta, come quella degli apostoli sul lago. Ma ogni essere umano ha un cammino diverso. Alcuni di questi discepoli (Andrea, ad esempio), stando al racconto del Vangelo di Giovanni, avevano già conosciuto Gesù e avevano lasciato Giovanni Battista, avevano sperimentato l’Amore del Signore, ma non erano ancora pronti per lasciare tutto e subito seguirlo. La chiamata ha dei tempi misteriosi che fanno entrare nel Tempo dell’Amore di Dio.

Ci viene in mente a tal proposito il bellissimo racconto che Andrè Frossard fa della sua vocazione nel libro Dio esiste, io l’ho incontrato. Egli, giovanissimo, ateo e anticlericale, deciso ad andare con una prostituta, incontra casualmente per strada un mendicante. Preso da un sentimento d’amore soccorre il mendicante e gli dona i soldi destinati alla prostituta. Ma solo alcuni anni dopo è pronto per rispondere a questo amore. Un giorno entra per caso in una chiesa aspettando un amico, senza neanche accorgersi che alcune suore stanno facendo l’adorazione eucaristica; ed ecco, improvvisamente, vede brillare più delle altre la seconda candela a sinistra del Crocifisso, si inginocchia, conquistato da un Amore sconosciuto (ma che forse quel mendicante gli aveva già insegnato). In «un momento di stupore– egli dice – che dura ancora». Uno Stupore e un Amore senza tempo, nel Tempo del Signore!

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