La perfezione è diabolica! (Anno A, Sedicesima Domenica del Tempo Ordinario)

A tutti piacerebbe un mondo perfetto. Ma, se chiedessimo a ciascuno cosa intende per mondo perfetto, probabilmente alla fine nessuno vorrebbe vivere nel mondo perfetto dell’altro. Non esiste realtà umana che non viva di contrasti, di contrapposizioni. La volontà di perfezione è puntualmente destinata al fallimento, anche nei rapporti umani. Non esiste l’amore perfetto, l’amicizia perfetta, e neanche la comunità cristiana perfetta. Ricordiamoci che nella perfezione del paradiso strisciava già il serpente che, alla prima occasione, avrebbe infranto la relazione tra Adamo ed Eva, e di Adamo ed Eva con Dio.

La vita è fatta di contrapposizioni, di contrasti inevitabili, ma necessari alla vera crescita. I nostri stessi pensieri spesso si contrappongono l’uno all’altro e la nostra ragione a volte lotta con la nostra volontà. «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio», confessa amaramente san Paolo (Rm 7,19). E i padri del deserto consigliano di rivolgersi ad ogni nostro pensiero che si oppone al bene e chiedergli: «Sei dei nostri o ti manda qualcun altro?». Ma solo così si cresce.

La parabola del buon grano e della zizzania, raccontata da Gesù nel vangelo di questa domenica, ci mette dinanzi a questa crudele e inevitabile commistione di bene e male nella vita di tutti noi. Si può riconoscere il male, fuggire il male, ma non distruggere il male. Il male e il bene cresceranno insieme fino alla fine dei tempi. Come il grano deve farsi spazio in mezzo alla zizzania per innalzare il suo stelo e produrre ugualmente una spiga meravigliosa; così il nostro cuore dovrà sovrastare tutti i tentativi che il male farà di depistarlo, di allontanarlo dal bene, di avvilupparlo nel suo abbraccio velenoso e mortale.

E lo stesso vale per la realtà sociale. L’utopia della società perfetta è diabolica. Tutti i regimi totalitari hanno prospettato la realizzazione della società perfetta: tutti belli, biondi e sani (nazismo), tutti uguali (comunismo). Peccato che per raggiungere questa perfezione si è deciso di uccidere milioni di ebrei, zingari, disabili e omosessuali; e per raggiungere questa uguaglianza si sono dovuti uccidere milioni di dissidenti. E così accade ancora oggi in tanti Paesi, in cui la propaganda mostra popoli perfettamente felici (vedi i coreani del Nord), che sono in realtà perfettamente asserviti. Solo nella libertà si può scegliere il bene o il male.

La perfezione invece è una tentazione del demonio, perché pretende di corrispondere al modello di chi l’ha pensata. La vita spirituale autentica consiste dunque nel prendere atto della nostra fragilità umana, vulnerabile al male, ma anche capace, in mezzo alla zizzania, di coltivare un piccolo seme e farlo diventare, come quello di senape, un grande albero che dà riparo agli uccelli. Alla fine dei nostri giorni il Signore non guarderà quanta zizzania si è attaccata al terreno del nostro cuore, ma ci chiederà quanto è robusto lo stelo della nostra fede e se noi siamo stati zizzania nel cuore degli altri. E così  alla fine resterà solo il buon grano; e la fragranza di quel pane che nell’eucaristia domenicale anticipa il banchetto finale!!

2 pensieri riguardo “La perfezione è diabolica! (Anno A, Sedicesima Domenica del Tempo Ordinario)

  • 24/07/2023 in 08:50
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    In riferimento al vangelo del seme buono e della zizzania desideravo fare una riflessione: sono d’ accordo sul fatto che su questa terra non ci sarà mai un comunità cristiana perfetta ,un ambiente lavorativo perfetto,un mondo perfetto.Credo tuttavia che la base di ogni comunità che voglia sentirsi tale, debba coltivare il seme buono della lealtà , riconoscendo e accettando le fragilità proprie e quelle degli altri cercando di non avere atteggiamenti di ipocrisia che tendono alle spalle insidie sottili al fratello . Secondo me ,certe situazioni o comportamenti possono essere valutati se disturbano la comunità stessa ma sempre nel rispetto della persona che le compie .
    È rassicurante per ciascuno sentirsi amati anche nei propri limiti e fragilità.
    Ritengo che questi possano essere i presupposti per la crescita di una comunità che desideri poggiare le proprie fondamenta sulla roccia.
    Nella vita cerco di accettare tutto ,mi viene molto difficile accettare l’ ipocrisia.E’ uno dei miei tanti limiti.

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  • 24/07/2023 in 05:24
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    È sempre essenziale e chiarificante leggere la tua omelia al Vangelo della domenica

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