1 luglio 2019. QUALE MESSA IN QUALE LINGUA!

Ma l’amore, si sa, deve essere messo alla prova. Ecco dunque una situazione decisamente surreale, che sicuramente non riuscirò a ben rappresentare. Cosa è successo, dunque? La partenza di Father O’Connor ha rotto il già precario equilibrio linguistico della celebrazione eucaristica e di tutti gli ospiti della casa. Se non fosse una scena vera si stenterebbe a credere che sia accaduta. Nella casa sono arrivati, dopo la partenza del father, un prete francese, Michel, che parla anche lo spagnolo e l’inglese, padre Evin e padre Louis, della Repubblica Dominicana, che parlano soltanto lo spagnolo. I due preti ispano-americani devono celebrare le due messe della domenica totalmente in spagnolo, mentre a me è stata affidata quella in inglese, la prima, alle 8.30. Ma durante la settimana? Chi presiede e in quale lingua? Bisogna dunque parlarsi. Ma come? Ci ritroviamo sul pianerottolo per cercare di capire cosa fare. Arriva anche Andrea, un ricercatore italiano che parla l’inglese, che deve aiutarci ad organizzare le cose. Provo a parlare con padre Evin, ma lui parla solo in spagnolo. Allora io comincio a parlare con padre Michel in francese; lui traduce a padre Evin in spagnolo; padre Evin parla in spagnolo a padre Michel, che traduce in inglese ad Andrea e a me in francese, io rispondo ad Andrea in italiano e a padre Michel in francese; ma padre Evin non ha capito né l’inglese di Andrea rivolto a père Michel, né il mio francese; quindi père Michel traduce entrambi i nostri discorsi a padre Evin e quando questi ha dato il suo parere, in spagnolo ovviamente, il paziente prete francese l’ha tradotto di nuovo in inglese ad Andrea e l’ha comunicato in francese a me. Questo girotondo è durato circa un quarto d’ora. Alla fine siamo rimasti d’accordo che io presiedo la messa e i due sacerdoti dominicani leggono la liturgia della Parola in spagnolo e fanno nella stessa lingua una breve omelia. E père Michel? Lui , scopriamo, fa parte della comunità di San Pio X, quindi non celebra con noi, ma da solo, in latino, nella sua stanza, dove ha già preparato un altarino. Assoluta concordia nell’assoluta diversità. New York, New York!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *